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Personaggio: Tantalo
Virtualités dramatiques d’un banquet effroyable: Thyeste dans la tragédie romaine
L’A. si concentra sulla tradizione tragica latina, in particolare sui frammenti dell’Atreus di Accio e sul THS di S.: entrambe le opere, simili per struttura e sviluppo, fanno del banchetto il reale soggetto tragico del dramma. In Accio il banchetto è presente in maniera allusiva in tutta la tragedia: nel prologo, nelle parole del messo che narra l’allestimento della cena, nel canto del coro che si stupisce del tuono, nella gioia di Atreo mentre rivela a Tieste la natura del pasto, nel dialogo tra i due fratelli. In S. l’allusione emerge nel prologo di Tantalo e nell’intervento del coro, nelle parole di Atreo che elabora la vendetta, nell’evocazione del messaggero e del coro in forma dialogica, e in maniera visuale grazie a Tieste, quando prende coscienza della natura del festino
Le banquet tragique: le renouvellement du thème dans le Thyeste de Sénèque
Il banchetto messo in scena da S. vede lo scontro frontale Atreo-Tieste e si conclude con la vittoria del primo: Atreo è caratterizzato da una virilità attiva, vincitrice, opposta alla femminilità passiva di Tieste (che non è migliore del fratello ma debole e sofferente); inoltre si possono riconoscere qui le quattro passioni stoiche: l’ira e il piacere nel personaggio di Atreo, la paura e la sofferenza nella figura di Tieste. Si può anche interpretare la tragedia da un punto di vista politico: la capacità del tiranno assoluto di distruggere le vittime trasformandole in esseri sottomessi. Infine l’A. avanza l’ipotesi che S., scoprendo in Tieste il suo “doppio”, cerchi di distaccarsene esorcizzandolo
Enticing Tantalus in Seneca’s Thyestes
Esame della descrizione dell’albero, dei frutti e della corrente in THS 152-175 ed analisi intertestuale del passo con riferimenti ad Omero, Saffo ed Ibico tra i greci, alla vicenda di Pomona in Ov. Met. 14, 623-692 tra i latini; Tantalo viene raffigurato come se fosse un amante insaziato; la scena negli inferi anticipa i crimini di Atreo e Tieste.
La voce dell’inconscio (Sen. Thy. 920-969)
Commento linguistico, stilistico ed esegetico a THS 920-969 (monodia di Tieste, in cui il personaggio, ebbro di vino, si lascia andare in un canto festoso ma pieno di oscuri presagi). L’A. sottolinea la conflittualità psichica del momento, accentuata dal metro anapestico
Il cibo del potere: il mito dei Pelopidi e il “Tieste” di Seneca
esame di THS alla luce del tema del banchetto: prevaricazione dell’homo necans nei confronti dell’homo edens e rovesciamento del banchetto; presenza di un codice alimentare trasgressivo al centro del mito della famiglia degli Atridi; cena tiestea paidofagica come fenomenizzazione mitopoietica dell’autodistruttività del potere; omologia tra l’ombra di Tieste in GMM e l’ombra di Tantalo in THS (proiezione lungo l’intero asse del genus del “peccato originale”), ma anche opposizione (nella patologia alimentare); novità del trattamento senecano di Tieste (cf. la rhesis ai vv. 446-470, con esaltazione del “privato” e del cibo frugale): rivitalizzazione della metafora alimentare ad inserire la semiotica del dramma in un quadro dietologico in rapporto non più con il paradigma mitico, ma con il contesto socio-culturale di S.
Vox populi … in Seneca tragico. Per una semiologia del coro nel teatro senecano
i cori di TRG cambiano spesso opinione nel corso delle vicende e sono più o meno consapevoli delle azioni dei personaggi; il coro non esprime a priori il punto di vista di S. (lo ricalca solo alla fine della sua funzione scenica), ma si fa portavoce di una communis opinio suscettibile di raggiungere una visione filosofica dopo il profectus
La dieta del saggio: una lettura antropologica delle prescrizioni alimentari senecane
da un punto di vista antropologico il cibo è un potente marcatore dell’identità di un popolo, così era nella Roma antica e per S., nei cui scritti i riferimenti al cibo travalicano il semplice topos letterario o il «materialismo medico» per assumere un significato simbolico-economico-morale
Un incompiuto rifacimento greco dell’Agamennone di Seneca
analisi di un frammento tragico greco riconosciuto come traduzione rielaborata di una parte di GMM, confronto con l’originale senecano e con i paralleli greci, proposta di retrodatazione dal VII al V-VI sec.
Commune nefas und eine verkannte chiastische Disposition im ersten Chorlied des senecanischen ‚Thyest‘
difesa della lezione e della lettura effettuata da R. Tarrant di THS 139 aut commune nefas che, insieme al v. 138b, viene a costituire una corrispondenza chiastica con i due esempi mitici seguenti arricchendo la retorica del cinismo
Il teatro di Seneca e l’idea di rappresentazione
il teatro di S. presuppone un pubblico, più ampio di quello degli scritti in prosa e in grado di cogliere i riferimenti allusivi alla contemporaneità; la teatralità di TRG può essere dimostrata individuando le indicazioni drammaturgiche (tipologie di didascalia, riferimenti alla gestione dello spazio e alla gestualità) all’interno delle opere che risultano “testi per la scena che funzionano anche letti”